Ha fatto bene, dr. La Pira a farci sapere che certi yogurt cremosi e formaggi non italiani contengono latte in polvere: cercherò di non acquistarli, se non altro per premiare la produzione italiana (che distribuise a sua volta yogurt “cremosi”: da evitare anche loro?). Devo dire che mi sorprende un po’ la posizione del Fatto Alimentare sulla liberarizzazione del latte in polvere, etichetta o non etichetta. Ma perché penalizzare le eccellenze italiane? Abbassare la qualità delle nostre produzioni agroalimentari mi sembra davvero punitivo e insensato. Anche se i caseifici non saranno obbligati a farlo, scommetto che l’uso del latte in polvere verrà adottato alla grande. Purtroppo.
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